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Bozza del Conto Termico 3.0: Incentivi Estesi, ma con Limitazioni per i Privati

Il Conto Termico 3.0, attualmente in fase di bozza e trasmesso alla Conferenza Unificata per il parere delle Regioni, si propone come un aggiornamento delle misure di incentivazione per l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. L’obiettivo è ampliare la platea di beneficiari e incentivare interventi mirati alla riduzione dei consumi, in linea con il Green Deal europeo.

Tuttavia, non tutte le categorie di soggetti potranno accedere agli stessi livelli di incentivazione. Se da un lato la riforma apre le porte a nuovi beneficiari, dall’altro emergono alcune limitazioni per il settore residenziale privato.

Un’Agevolazione più ampia: Chi può accedere al Conto Termico 3.0?

Rispetto alla versione precedente, il Conto Termico 3.0 introduce una platea di beneficiari più estesa. Oltre alle pubbliche amministrazioni, che restano tra i principali destinatari del provvedimento, entrano in gioco:

  • Il Terzo Settore, includendo le organizzazioni senza scopo di lucro che operano in ambito sociale e ambientale.
  • I soggetti privati per edifici a destinazione terziaria, ovvero uffici, negozi, attività commerciali e di servizio.

Queste categorie potranno accedere a incentivi significativi per interventi di riqualificazione profonda, comprendendo non solo la sostituzione degli impianti termici, ma anche la coibentazione dell’involucro edilizio, l’installazione di sistemi di automazione e la produzione di energia termica rinnovabile.

Settore Residenziale Privato: un’opportunità ristretta

Al contrario, per il privato residenziale le agevolazioni rimangono limitate alla sola sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con tecnologie più efficienti come pompe di calore, caldaie a biomassa o sistemi ibridi. Interventi più strutturali come l’isolamento termico o il miglioramento dell’efficienza dell’involucro edilizio non rientrano tra quelli incentivabili.

Questa scelta lascia fuori una fetta importante del settore edilizio, proprio quello maggiormente responsabile del consumo energetico nel Paese. Il patrimonio immobiliare privato residenziale è infatti tra i più energivori e necessiterebbe di interventi più radicali per adeguarsi agli standard europei di efficienza energetica. L’assenza di incentivi per interventi strutturali potrebbe rallentare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione previsti dalla Direttiva EPBD IV.

Differenze con il Conto Termico 2.0

Rispetto alla versione precedente, il Conto Termico 3.0 introduce alcune differenze chiave:

  • Estensione della platea dei beneficiari con l’ingresso del Terzo Settore e del privato per destinazioni terziarie.
  • Maggiore supporto alla Pubblica Amministrazione, che potrà ricevere un incentivo fino al 100% delle spese per gli interventi ammessi, con particolare attenzione ai comuni sotto i 15.000 abitanti.
  • Ampliamento degli interventi finanziabili per il settore pubblico e terziario, comprendendo non solo il miglioramento degli impianti ma anche interventi strutturali.
  • Limitazioni per il settore residenziale privato, dove la riqualificazione profonda non è incentivata, lasciando spazio solo agli interventi sugli impianti termici.

Prospettive Future

Attualmente la bozza del decreto è in fase di esame da parte delle Regioni e della Conferenza Unificata. Il testo definitivo potrebbe subire modifiche prima dell’entrata in vigore, ma è chiaro che la direzione intrapresa punta a incentivare la decarbonizzazione degli edifici pubblici e delle attività produttive, lasciando meno spazio per la riqualificazione profonda del residenziale privato. Per i privati che desiderano rendere i propri immobili più efficienti dal punto di vista energetico, le alternative si riducono, rendendo necessario valutare altre opportunità di finanziamento o incentivi locali. Resta quindi da vedere se e come queste limitazioni verranno superate nei prossimi aggiornamenti normativi.